giorno 67 - 26 ottobre 2006 
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Che giornata GRANDiosa! Da Page, AZ ci siamo diretti subito al parco nazionale del Grand Canyon, senza fermarci al lago Powell come avremmo voluto. La tentazione è stata troppo forte. Abbiamo saltato anche il Glen Canyon e le caverne Antelopes, ci dovremo tornare in un altro viaggio. Attraversiamo una parte della riserva indiana dei Navajo per raggiungere l'ingresso sud del Grand Canyon. L'ingresso nord, meno visitato, è già chiuso. Con le colline Echo da un lato e le colline del monumento nazionale Vermilion dall'altro, il panorama nella riserva è molto suggestivo. Di prima mattina non c'è anima viva in giro, solo alcune donne indiane che si apprestano ad allestire i banchetti della loro mercanzia: bigiotteria indiana, punte di frecce, vasellame, ecc. I cartelli lungo la strada fanno il possibile per convincere i turisti a fermarsi: "Gioielli indiani di Capo Cavallo Giallo", "Più avanti troverete indiani amichevoli"... A 50 km dal parco, prendo una piccola deviazione verso un punto di osservazione e una voragine nella terra fa da anteprima a quello che vedremo oggi: si tratta del canyon scavato dal fiume Piccolo Colorado, un estuario del (grande) Colorado.

Il parco nazionale del Grand Canyon è immerso nel verde della foresta nazionale Kaibab, una pianura immensa color verde cupo che copre milioni di ettari di terreno. L'ingresso al canyon non fa impressione, siamo in mezzo alla foresta fino alla prima fermata a Desert View, dove si spalanca la voragine del Grand Canyon, che si può osservare anche dall'alto di una torre. È davvero GRANDE, maestoso e magnifico, enorme, profondo, largo e spaventoso. È come me l'ero immaginato, solo di più. Mi sorprende più per le sue dimensioni che per la bellezza, si apre con pareti che scendono a picco 1600 m sotto i piedi e ha una larghezza media di 16 km. Il fiume Colorado che lo percorre per 445 km ha impiegato sei milionidi anni a scavarlo e ha portato alla luce rocce di età fino a 2 miliardi di anni, pari a circa la metà dell'età della terra. Dal punto di vista geologico, il canyon è relativamente giovane.

Troviamo posto nel campeggio di Trailer Village, comodissimo e a un tiro di schioppo da tutti i servizi. Compresa la navetta, proprio come a Zion. Non dev'essere semplice gestire 5 milioni di turisti l'anno e fare in modo che non lascino troppe tracce del loro passaggio. Ne approfittiamo subito e adottando la tecnica ormai assodata, prendiamo la navetta fino al punto più lontano, Hermit's Rest (il riposo dell'eremita) in questo caso, poi seguiremo il sentiero che costeggia il canyon fino al punto di partenza. 20 km in tutto, fattibili con passo celere in un pomeriggio. Alcune porzioni del sentiero sono ripide e ci fanno ansimare, altre sono talmente vicine all'orlo del precipizio che basterebbe mettere un piede falso per dire addio a questo mondo. Ci fermiamo spesso, ogni passo merita una foto, ogni curva del sentiero rivela qualcosa di nuovo dietro l'angolo. Alcuni punti turistici valgono proprio la pena: Punta Pima - che offre la vista migliore del fiume Colorado, al cannocchiale si scorgono anche le rapide e se l'orda di turisti barbari stesse zitta si sentirebbe anche il boato del fiume giù sotto - e Punta Hopi, che a 2155 m d'altezza è il punto più alto su questa sponda (la sponda nord del canyon è più alta di quella sud). Essendo famosi sono anche i più affollati e arrivandoci a piedi abbiamo la scelta di fermarci un po' prima o un po' dopo le terrazze pavimentate per goderci la vista da soli. Per il resto, la passeggiata è piuttosto solitaria, incontriamo alcune persone che seguono il sentiero in direzione opposta. A volte è difficile decidere chi e come debba cedere il passo, uno di noi potrebbe scivolare! Sull'ultimo km incontriamo due alci enormi a qualche metro di distanza. Si sta facendo buio e a quest'ora escono per rifocillarsi. Ci hanno detto che sono particolarmente aggressivi in questa stagione e quindi di dare loro ampio spazio per non sentirsi minacciati. Continuiamo lungo il sentiero chiacchierando per farci sentire finché i due attraversano la strada principale e si dileguano nella foresta.

Di ritorno al villaggio, comperiamo pane, biscotti e paté di olive e nel buio pesto ci incamminiamo verso il campeggio. Abbiamo dimenticato di portarci la pila, non pensavamo di restare in giro così a lungo. 4 ore e mezzo di camminata. Siamo pronti per affrontare una notte che si prevede a -5ºC. La supereremo? Lo saprete facendo clic sul giorno successivo!

Un cavallo forse allo stato brado nella riserva indiana dei Navajo, sullo sfondo le colline Vermilion (li chiamano scogliera in inglese ma sotto non ci sta il mare, forse intendono "dirupo").

Sempre le colline Vermilion all'orizzonte.

Il canyonino scavato dal Coloradino vicino a Cameron, AZ nel Deserto dipinto.

Benvenuti al parco nazionale del Grand Canyon!

Prima vista per i nuovi turisti: La vista dal deserto.

Un'altra foto dall'alto della torre di osservazione.

A passeggio sulla cresta del canyon sotto la torre. Vedete il fiume?

I colori sono un po' sbiaditi a causa del sole, ma la roccia è ancora rossa!

La mia testa rasata in primo piano. Noto con orrore una chiazza pelata. Aiuto!

Meglio fare le foto al canyon.

Laura sul sentiero lungo la cresta del canyon che guarda avanti per sapere dove mettere i piedi.

La vista a destra sotto i miei piedi.

Altra vista da un'altra prospettiva.

E un'altra ancora.

Dettaglio del sentiero. Non lo consiglio a chi soffre di vertigini.

Vista panoramica.

Un'altra.

Laura sull'orlo dell'abisso. Petino le ha chiesto di fare un passo indietro per la foto, ma lei ha mangiato la foglia, mica è stupida!

Ancora Laura sul sentiero.

Altro dettaglio del sentiero. A pensarci bene, sconsiglio anche di portarsi dietro i bambini.

Dobbiamo andare fino a quella punta laggiù.

La vista quando ci arriviamo.

Altro panorama.

Petino alla Punta Pima.

Un'altra ancora. Ne ho quasi abbastanza.

Ma il canyon è così grande.

Laura di nuovo sul sentiero.

Un'altra vista dall'alto.

Ecco uno dei punti a maggiore distanza dalla sponda nord.

Le ombre nel canyon si allungano, sta calando la sera. Dobbiamo affrettarci.

Sempre il canyon.

Ormai il fondo è completamente buio. Chi sta laggiù a passare la notte sarà già a letto a quest'ora.

Non si vede più nemmeno il fiume.

I colori si accendono al tramonto.

Uno degli alci che attraversa la strada.

Ormai solo le punte sono illuminate.

Basta aspettare la luce giusta per cogliere colori così.

Si sta facendo buio.

...sempre più buio.

Ormai il sole è andato a nanna. Adesso tocca noi!
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